Innovazione tecnologica rischi e opportunità per gli studenti italiani

Siamo nell’era del digitale, è sotto gli occhi di tutti. I processi di comunicazione virtuale hanno raggiunto volumi mai sperimentati dall’essere umano. Alcune recenti ricerche sottolineano come il tempo di utilizzo medio dei device elettronici sia aumentato in modo repentino negli ultimi anni. Di fatto, basta constatare che sui mezzi pubblici le persone hanno sempre la testa china sugli smartphone.
La fascia di popolazione più esposta a questo cambiamento sono gli adolescenti. Per loro i device elettronici sono diventati parte integrante della vita quotidiana. Complice l’innovazione tecnologica, da alcuni anni sono usati per comunicare con gli amici e la famiglia. Sono usati anche per l’intrattenimento ed infine per l’apprendimento.
La scuola italiana tra innovazione e arretratezza
Il quadro inizia a presentare alcune criticità: infatti perfino a scuola i nostri ragazzi hanno sottomano il cellulare durante le lezioni. Non è difficile immaginare che il processo di apprendimento rischia di perdere efficacia. Questo perché i device elettronici sono una fonte di distrazione continua e immersiva.
Inoltre l’uso dell’intelligenza artificiale porta con sé il rischio di delegare alle macchine lo sviluppo di competenze di ragionamento logico e critico. Di fatto, se nei compiti a casa i giovani si fanno sostituire dai software di elaborazione delle informazioni, svilupperanno meno capacità in tal senso.
Allo stesso tempo sul versante dell’innovazione il contesto scolastico italiano sta lentamente cambiando. Negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti con gli acquisti di lavagne interattive multimediali. Le cosiddette LIM, presenti nei plessi scolastici più fortunati.
La LIM ha potenzialità evolute: interattività, personalizzazione dell’apprendimento, collaborazione fra studenti e monitoraggio dell’apprendimento. La cattiva notizia è che spesso il personale scolastico usa questi device come semplici schermi sui quali visionare dei video o fare delle ricerche. Come se fossero dei proiettori. In questo modo si perdono tutti i benefici che l’innovazione tecnologica potrebbe apportare ai processi di studio.
Ribaltare la prospettiva
Tuttavia c’è chi non si piega a queste tendenze: istituti che hanno accolto la tecnologia cercando di tenere sotto controllo il “lato oscuro” dell’innovazione.
Per esempio, fra le scuole private a Pistoia ce n’è una che ha ribaltato la prospettiva in modo significativo. Come sta lentamente avvenendo in altre strutture educative, al Centro Studi Michelangelo gli studenti consegnano il proprio smartphone a inizio lezione e lo recuperano al suono della campanella. Questo permette meno distrazioni e un’immersione significativa nel processo di apprendimento.
Se i genitori avessero bisogno di comunicare urgentemente con i loro figli, possono contattare la segreteria.
L’innovazione di cui si parla tanto, qui non è relegata all’uso di schermi che sostituiscono le lavagne tradizionali. La tecnologia è considerata un supporto all’attività didattica e non una sostituzione.
Per esempio: gli studenti a casa per malattia possono accedere alla lezione in streaming, in modo da non rimanere indietro. I genitori possono richiedere l’attivazione a partire dal secondo giorno di indisposizione, per garantire al figlio l’apprendimento.
Infine, un ragionamento a parte per quanto riguarda l’uso del registro elettronico. La dirigenza di questo istituto si pone in modo critico rispetto a questo strumento. Nel sistema scolastico italiano si sta diffondendo la pratica dell’uso del registro elettronico per segnare i compiti a casa. In questo modo gli studenti vengono deresponsabilizzati perché non hanno più l’esigenza di avere un loro diario cartaceo.
Innovazione e disturbi dell’apprendimento
Ma non è necessario limitarsi alle scuole private a Pistoia per trovare esempi virtuosi dell’uso consapevole della tecnologia. Per esempio in tutto il paese si sta lentamente diffondendo la consapevolezza dell’utilità dei software per compensare i disturbi dell’apprendimento.
Questi strumenti permettono a studenti con DSA certificati di compensare le difficoltà e stare al passo con il resto della classe. Quindi le cose stanno cambiando, ma lentamente. Ancora molti docenti non hanno una comprensione corretta del fenomeno ed altri non permettono l’uso delle compensazioni previste dai piani didattici personalizzati.
Probabilmente si rende necessario un ragionamento a livello nazionale che dia vita a delle linee guida chiare per tutti gli istituti educativi presenti sul territorio nazionale. L’innovazione tecnologica può rappresentare una grande opportunità, ma allo stesso tempo può trasformarsi in una trappola.
Come tutti i mezzi umani la differenza tra benefici e danni sul lungo termine sarà determinata dalla consapevolezza. In particolare dalla capacità critica che docenti, genitori e studenti riusciranno a sviluppare.