Core web vitals e hosting veloci
Impatto delle prestazioni del server sui parametri di posizionamento
Core web vitals, cosa sono
Chi fa SEO sa benissimo che con Google non si può mai dormire tranquilli perché un aggiornamento dell’algoritmo è sempre dietro l’angolo.
Uno di questi aggiornamenti è l’atteso “core web vitals update“.
I core web vitals o meglio, Segnali web essenziali, sono dei parametri che secondo Google bisogna rispettare per poter restituire una buona user experience all’utente che naviga una pagina web.
Questi segnali non si limitano al semplice tempo di caricamento di una pagina ma di come gli elementi si caricano nella pagina, in primis gli elementi che vanno a costituire quello che in gergo viene chiamato above the fold, cioè la prima parte visualizzata di una pagina web.
Bisognerà quindi prestare particolare attenzione al layout della pagina e all’ordine di caricamento degli elementi che la compongono, e l’ottimizzazione di tutti questi elementi potrà aiutare un sito a posizionarsi meglio su Google.
Quali sono questi segnali web essenziali?
Cosa sono i core web vitals ce lo dice direttamente Google in una pagina apposita, ma sinteticamente potremmo definirli come tre metriche distinte che insieme definiscono la navigabilità di un sito web.
Questi paramteri sono:
- LCP: Largest Contentful Paint
- FID: First Input Delay
- CLS: Cumulative Layout Shift
Più avanti approfondiremo meglio di cosa si tratta, ma prima dobbiamo fare un passo indietro per capire e valutare l’impatto del tempo di caricamento di una pagina internet sulla User Experience (UX).
L’importanza di un sito web veloce
I tempi di caricamento di una pagina hanno un forte impatto diretto sul traffico di ritorno e sulle conversioni (clic, acquisti) perché diretti responsabili della navigabilità di un sito e quindi dell’esperienza utente.
Ecco come ragiona un utente medio: “navigare un sito lento è frustrante, quindi anche se di mio interesse difficilmente ci tornerò“.
Secondo un analisi di portent.com del 2019 il tempo di caricamento incide direttamente con il tasso di conversioni in termini di clic e pagine visitate.
Secondo questa ricerca la percentuale di conversione raggiunge il 32% con tempi di caricamento sotto il secondo, e man mano che i tempi si allungano la percentuale di conversione diminuisce.
Per avere tassi di conversione per lo meno decenti bisogna dunque stare tassativamente sotto ai 4 secondi massimo di caricamento della pagina, con una diminuzione del 4-5% per ogni secondo che si accumula. In poche parole, ogni secondo di ritardo vi costa utenti che non arrivano da voi.
I segnali web essenziali nel dettaglio
Abbiamo visto prima che Largest Contentful Paint (LCP), First Input Delay (FID) e Cumulative Layout Shift (CLS) sono i fattori che influenza l’esperienza utente in una pagina web, questo almeno secondo Google.
Questi elementi sono l’insieme di tempi di caricamento, interattività della pagina e stabilità visiva della stessa, e sono dati appresti da Google attraverso la navigazione dei siti web tramite Chrome, il browser di proprietà Google.
Sia chiaro che non basta avere ottimi punteggi nei segnali web essenziali per posizionarsi di punto in bianco in prima pagina, perché per Google e per gli utenti, ed anche per il buon senso dico io, la qualità dei contenuti è ancora una parte fondamentale dell’algoritmo.
LCP: Largest Contentful Paint
LCP è il tempo necessario con cui un contenuto (immagine, un video, il testo più grande nella pagina) viene renderizzato a video, ed è influenzato da vari fattori tra cui la velocità del server ed il codice di programmazione come Javascript e CSS.
Il valore ideale è al di sotto dei 2,5 secondi.
FID: First Input Delay
Il FID si riferisce alla prima interazione dell’utente, o meglio al tempo che passa prima che egli possa compierla, ad esempio il clic su una CTA o un link da seguire. In questo caso si parla di stare sotto ai 100 millisecondi per non “irritare” gli utenti.
CLS: Cumulative Layout Shift
Il CLS tiene invece in considerazione la stabilità di una pagina, cioè quando essa è completamente navigabile senza che vi siano elementi che ancora si devono posizionare, implicando lo spostamento continuo di altre parti della pagina.
Vale ad esempio per i fastidiosi banner pop-up che mentre leggiamo un testo ci appaiono a disturbare la navigazione.
Core web vitals: strumenti di misura
Gli strumenti adatti alla misurazione dei segnali web sono principalmente Google Search Console, con i web vitals già integrati da tempo, page speed insight di Google, lightouse, e tool esterni come ad esempio GTmetrix con il nuovo layout comprendente l’analisi dei segnali web essenziali.
Ovviamente tutti i dati che questi vari tool vi daranno sono sempre da prendere con le pinze, in quanto lo stesso Google, con page speed, recita la frase “Questi suggerimenti possono aiutarti a velocizzare il caricamento della pagina. Non incidono direttamente sul punteggio Prestazioni.“
Insomma, non diventateci matti, pensate prima alla struttura del sito, ai contenuti di qualità, ad avere un buon hosting.
Hosting performante per un sito veloce
Siamo sinceri, quanti di voi o dei vostri clienti hanno il sito ospitato in un hosting condiviso da 30€ l’anno?
Siamo alle solite, si concepisce il sito web come un qualcosa in più, troppo spesso lo si fa perché bisogna e non perché ci si crede, ma troppi non capiscono che un sito web ben fatto, performante e con contenuti di qualità può fare la differenza in termini di utenti, clienti, conversioni, insomma, tutta la differenza tra un progetto vincente ed uno no.
Un sito web necessita perciò dei giusti investimenti, non bisogna farsi fregare ma neanche tirare al risparmio, e l’investimento più accurato va fatto proprio sul web hosting da scegliere.
Se proprio proprio volete risparmiare un po’ approfittate delle tante offerte che ci sono nei vari siti di hosting provider, soprattutto per quel che riguarda i piani hosting wordpress, i più gettonati per la costruzione di un sito web o un piccolo e-commerce.
In ogni caso non è necessario che spendiate migliaia di Euro all’anno, ma almeno un hosting da circa 100 €/anno dovete metterlo in preventivo, come ad esempio l’hosting wordpress di Shellrent offerto a 79€/anno e con il dominio gratuti per un anno.
La velocità di un sito dipende in gran parte dalle risorse hardware dell’hosting che vi ospita, cioè il server dove è installato il vostro CMS wordpress. Più veloce è il processore, maggiore è la ram, migliori sono i dischi SSD, e più veloce è la rete del service, allora migliori saranno le prestazioni del vostro sito web e Google apprezzerà.
In conclusione
Per arrivare ad un punto di sintesi potremmo dire che il “core web vitals update” farà forse meno rumore di quel che pensiamo, in quanto già in passato è successo che Google annunciasse grandi cambiamenti (vedi https) che poi tanto epocali non lo sono stati, in quanto molti siti che non hanno seguito le indicazioni sono comunque rimasti ben posizionati.
In ogni caso è bene tenere d’occhio questi parametri per capire da che parte potrebbe pendere la nostra bilancia, cioè se siamo passibili di possibili penalizzazioni sul posizionamento, ma in ogni caso, come già ripetuto, vi sono molti altri fattori da considerare prima.
Inoltre molto spesso i suggerimenti di Page Speed Insight o di lightouse rasentano il limite della perfezione assoluta in quanto vanno, anche giustamente, a limare il singolo kb sul peso di un CSS, ma a volte tutto questo enorme sforzo viene vanificato dai tempi di attesa del server, motivo per cui torno a consigliare la scelta di un hosting performante per il vostro sito web e per il resto concentratevi su contenuti di valore da offrire a vostri utenti.